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FESTA DELLA MADONNA DI PIANO DI CAMPO

Gran parte della gente anziana del paese racconta che la festa della Madonna di Piano di Campo sia legata ad un’antica leggenda. Un pastore, che abitava nei pressi dell’attuale Cappella di Piano di Campo, quotidianamente portava le sue mucche a pascolare. Un giorno si accorse che da qualche tempo una delle sue mucche si aggirava nei pressi di un tronco ricoperto di foglie. All’inizio pensò che l’animale si cibasse di quelle foglie; poi osservò stupito un fatto strano: la mucca si inginocchiava. Il pastore incuriosito andò a vedere ci fosse vicino al tronco: vi scopri, nascosta, una piccola statua della Madonna con in braccio il Bambinello. Pare che da quel momento venne costruita la Cappella, che oggi conosciamo con il titolo di “Madonna di Piano di Campo”, dove fu venerata l’immagine della Madonna e dove fu riposto e custodito, nei muri dell’altare, anche il tronco.
Molte altre storie, con racconti di miracoli e tragedie sono legate a quella leggenda. Si ricorda in particolare un miracolo compiuto dalla Madonna. Una famiglia siciliana, emigrata in America, aveva una figlia cieca. I genitori di questa bambina ebbero in dono da un’altra famiglia anch’essa emigrata ma originaria di Oliveto, un’ immagine della Madonna di Piano di Campo. Dopo non molto tempo la bimba riacquistò la vista e i suoi genitori vollero donare alla Madonna, come gesto di gratitudine, un trono ricoperto di velluto rosso con delle decorazioni dorate. Ogni anno il suocero di zio Peppe Mattiace mandava in America le immagini della Madonna alla famiglia che ricevette la grazia, questa a sua volta le distribuiva ai conoscenti i quali davano in cambio un’offerta. Una parte di queste, fino al 1956, veniva inviata ad Oliveto; un’altra parte, invece, veniva raccolta per la costruzione in America di una chiesa dedicata alla Madonna di Piano di Campo; sembra infatti che ogni anno a Maggio anch’essi organizzassero una festa portando in processione una statua della Madonna simile alla nostra.
Anticamente la preparazione alla festa iniziava la I” Domenica di Maggio. Si cominciava con la sistemazione della strada che portava alla Cappella; la strada infatti era in terra battuta ed ogni anno risultava impraticabile. Il lavoro veniva realizzato con una grande partecipazione di popolo e durava l’intera settimana, prolungandosi ogni giorno fino a tarda sera. Anche le donne e i bambini partecipavano ai lavori offrendo la loro collaborazione. Si ricorda in particolare una donna, Donata Ventura, che girava per il paese raccogliendo il cibo che offriva la gente; poi, la sera, tutti si riunivano dietro la Niviera per mangiare e bere in allegria.
La 2” Domenica il popolo si recava alla Cappella per prendere la statua della Madonna e portarla in paese, accompagnandola con suoni di tamburi, di chitarre, di violini e con il suono dell’arpa. Una volta arrivati in paese, la statua in processione veniva portata nella chiesa, dove ogni sera e per tutta la settimana si pregava con il rosario cantato, fino alla 3” Domenica, che era, ed è, il giorno della festa.
Fino a qualche tempo addietro c’era ancora un’usanza molto significativa: la mattina della festa le bambine venivano vestite di un abito simile a quello dell’immagine della Madonna e per un anno intero, fino alla festa successiva, lo indossavano ogni sabato. Nel giorno della festa la processione si svolgeva allo stesso modo di come si svolge oggi; l’unica differenza consisteva nel fatto che la statua della Madonna veniva riportata alla Cappella di Piano di Campo lo stesso giorno della festa, mentre la Domenica successiva, 4° del mese e ottava della festa stessa, i fedeli di nuovo si recavano in processione alla Cappella con suoni e canti religiosi. Lungo il percorso le ragazze da marito trasportavano sul capo torrette di legno rivestite di ceri votivi, mentre le bambine avevano la testa cinta di corone, chiamate v ‘rgnedd, realizzate da una pianta spinosa, detta scannaporg, e pregavano cantando un rosario nel dialetto locale in onore di Maria. Esisteva anche una congregazione, chiamata fratellanza, che era composta da uomini i quali per la circostanza indossavano abiti particolari e portavano al collo un’immagine bronzea della Madonna.
Nella Cappella è custodita la statua di Sant'Antuono (S. Antonio Abbate) che è il protettore degli animali. E’ una statua lignea realizzata in Trentino circa 20 anni fa che sostituisce la vecchia statua in cartapesta completamente rovinata. Il legame tra S. Antonio Abbate e la festa della Madonna non ci è noto; Notiamo tuttavia che ancora oggi, nel giorno della festa, alcuni giovani portano la statua del Santo incontro a Maria per “accompagnarla” simbolicamente nella sua casa. Neppure conosciamo la funzione dei 12 angioletti di legno, sei con le gambe lunghe e sei con le gambe corte, dei quali sono rimasti solo due, che probabilmente facevano corona alla immagine della Madonna. Essi pure sono portati in processione insieme con la statua della Vergine col Bambino.
Esistono numerose altre storie e testimonianze legate a questa festa che cercheremo di raccogliere e raccontare, prima che venga meno la memoria vivente di coloro che possono tramandarle. Esse sono il segno della fedeltà e della devozione alla Madonna di Piano di Campo che il nostro popolo vive da tempi immemorabili ed che ogni anno continua ad esprimere in una festa capace di unire e coinvolgere l’intero paese.

da: "IL PONTE" - Assoc. Culturale "Raffaello Delle Nocche"

Autore: Isabella Rago

 

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